Prima domenica di Quaresima - 1 Marzo 2020

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Prima Domenica di Quaresima  - Mt 4,1-11 - QUANTE VOLTE SIAMO TENTATI? Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto

Le parole di un protagonista

Se è vero che il diavolo è più furbo dei santi, potremmo farci aiutare da Vittorio Bachelet per renderci conto che le nostre tentazioni sono molto più sottili di come forse noi siamo portati a immaginarle.

Rileggendo alcuni suoi scritti alla luce di questo vangelo, se ne possono ricostruire queste tre, che si presentano particolarmente allettanti.

Una prima tentazione a cui siamo inevitabilmente soggetti è quella dell'attivismo. In uno scritto giovanile del 1958, Vittorio metteva in guardia da quella che Pio XII aveva efficacemente chiamato "l'eresia dell'azione": "l'azione, cioè per l'azione, sia pure partendo dai migliori propositi; il fare, l'agire, l'organizzare, il moltiplicare iniziative, assillati solo dalla necessità di un successo visibile delle cose che si fanno", e quindi considerare inutili o per lo meno accessorie la liturgia, la formazione, la riflessione culturale. Il mezzo per superare questa tentazione Vittorio l'additava nella "contemplazione sulle strade". Senza la contemplazione rischiamo di cadere in un grosso abbaglio: confondere Dio con le opere per Dio. Il cristiano è uno che si adopera per Dio e per il suo regno, per la Chiesa e per la grande causa dell'evangelizzazione, ma rimane uno che ha scelto Dio, non le iniziative o le attività, neanche le più sante tra quelle che pure vengono intraprese per lui.

Una seconda tentazione da cui Vittorio ci ha messo e continua a metterci in guardia, è la tentazione dell'individualismo.Intervenendo nella Settimana sociale di Pescara (1964), affermava: "I giovani vivranno in una società diversa da quella in cui hanno vissuto coloro che dovrebbero educarli al senso del bene comune; anzi, probabilmente vivranno in una società molto diversa da quella in cui oggi hanno cominciato a vivere". Le cose dei nostri giorni gli danno ragione. In una società in cui spesso riesce a vincere il più forte, in una Chiesa in cui non poche volte si fa tanta fatica a convergere, in una comunità in cui si è tentati di far prevalere lo spirito di parte o al massimo si arriva a fare la somma algebrica dei pareri e degli interessi, ma non la sintesi, occorre ricordare che il bene comune non è l'alternativa, ma "la garanzia del bene personale, familiare e associativo", come affermato dal Concilio e ribadito dalCompendio della Dottrina sociale della Chiesa(cfr. GS 75; Comp. 61).

Una terza tentazione a cui noi credenti, non meno degli altri, siamo esposti è quella dell'efficientismoPer costruire cieli nuovi e nuova terra non possiamo mai dimenticare che il materiale più pregiato è quello di scarto, perché "la pietra scartata dai costruttori, è divenuta testata d'angolo". Nella relazione alla sua ultima Assemblea da Presidente uscente dell'ACI, Vittorio affermava: "Che la povertà dei mezzi non spaventi nessuno. (...) Come cristiani o come associazione ecclesiale non possediamo né sicurezze né privilegi, ma solo quella libertà che è propria dell'uomo amato da Dio e l'impegno a costruire il mondo in modo degno di questa vocazione".1

 

Dalle parole alla testimonianza

SANTA TERESA D’AVILA

Mistica spagnola del XVI secolo, oggi Dottore della Chiesa per la sua incredibile visione della vita spirituale, ha saputo unire l'orazione al vivere quotidiano.

Nelle sue preghiere e meditazioni, ha avuto regolarmente contatti con il diavolo. In un’occasione vide “con gli occhi dell’anima due demoni dall’aspetto orribile che sembravano avere le corna intorno al collo di un sacerdote mentre celebrava la Messa”. Il demonio si manifesta ordinariamente a leiimponendo soltanto la sensazione della sua presenza.Ella dice “si è presentato a me sotto forma sensibile, ma molto spesso senza alcuna, in quel genere di visione che ho già riferita e dove, senza percepire una forma, si vede qualcuno presente”. Molto più interessante poi del ritratto fisico del demonio è il suo ritratto morale. Non è, come si può immaginare un ritratto lusinghiero. Mentitore, ipocrita, tenebroso, crudele verso coloro che ha soggiogati al suo impero, il demonio, per chiudere la descrizione, è altrettanto vile con chi gli sa resistere quanto impudente con chi gli cede. Bisogna infatti tenere presente che “l’avversario cerca di nuocerci con tutti i mezzi dovunque può – scrive Santa Teresa – E siccome egli non disarma mai, non dobbiamo disarmare neanche noi”. Le sue armi contro queste forze del male? La preghiera, l’umiltà e l’acqua benedetta, che portava sempre con sé nei suoi viaggi.

Per saperne di più:

  • Santa Teresa d’Avila. Solo Dios basta 

Di Loredana Birocci – Edizioni Tau, 2018 - € 10
Ciò che la Santa spagnola ci lascia come eredità spirituale si racchiude in una frase: "L'orazione mentale non è altro se non un rapporto di amicizia, un trovarsi frequentemente da soli a soli con chi sappiamo che ci ama" (Vita 8,5).

  • Padre Lucio Zappatore racconta santa Teresa d’Avila su Tv2000:

 

 

Dalle parole alla mappa

Gaetano Saffioti, re del cemento calabrese senza regno. Il suo ciclo del calcestruzzo è forse il migliore della Calabria ma da quando ha deciso, tanti anni fa, di denunciare i suoi estorsori-aguzzini è stato fatto fuori. Dal mondo dell’economia (lavora pressoché all’estero), delle imprese (solidarietà prossima allo zero), dalla società (i palmesi lo tengono a dieci spanne di distanza a testimonianza di quale sia, ad esempio, l’abisso culturale tra siciliani e calabresi). Non lo hanno fatto fuori fisicamente forse perché vive 24 ore al giorno sotto scorta: non c’è nulla da fare, il suo orgoglio e la sua onestà non lo portano lontano da Palmi anche se ne avrebbe tutte le possibilità”. Così scriveva Il Sole 24 ore in un articolo del 2012 sul testimone di giustizia che in una recentissima intervista per la TGR Calabria, al microfono del giornalista Davide Fiorani, ha affermato: «L’errore più grande di una persona è pensare di essere libero, quando invece si è schiavi… e poi ha aggiunto - nella vita non bisogna essere eroi, e può essere anche che la vita non ti dia la possibilità di dimostrare quanto sei coraggioso, ma sicuramenti tutti i giorni hai una possibilità, quella di dimostrare di non essere un vigliacco».

Saffioti, la mia vita contro i clan, Rai TGR Calabria
29 gennaio 2020

Per saperne di più:

Nato e cresciuto a Palmiin una famiglia numerosa (quattro fratelli e due sorelle), Gaetano Saffioti comincia a lavorare giovanissimo nell'impresa per la produzione d'olio d'oliva del padre e già da giovanissimo si scontra con la ‘ndrangheta. Nel 1981dà vita alla sua impresa a cui aggiunge nel 1992 l'impianto di calcestruzzo, vince diversi appalti pubblici e privati ma la‘ndrangheta reclama la sua parte di potere e ricchezza, e sottopone Saffioti alle richieste estorsive che sfociano in numerose minacce, intimidazioni, danneggiamenti — come l'incendio di un camion di sua proprietà appiccato dallo stesso autista sotto le minacce delle armi delle ‘ndrinee costrizioni (non era libero di utilizzare la propria cava per la sabbia, ma doveva comprarla per forza dalle imprese mafiose). Tale situazione soffocante si è protratta per diversi anni, durante i quali Saffioti è costretto a subire e pagare, finché nel 2002decide di dare una forte svolta e denuncia il tutto alla magistratura. Da allora la sua vita diventerà blindata, sempre sotto scorta assieme alla sua famiglia, perderà molte commesse, dipendenti, amici ma decide comunque di restare in Calabria, a Palmi,e continuare l'attività (il suo cemento è stato usato su un tratto di pista all'aeroporto diParigi), rifiutando gli aiuti economici statali per i testimoni di giustizia.

Con le sue dichiarazioni ha dato vita all'importante operazione di poliziaTallone d'Achille, che ha portato all'arresto e alla successiva condanna, per associazione di tipo mafioso ed estorsione, di 48 esponenti di famiglie mafiose, e ha contribuito in modo determinante e significativo in altre operazioni della magistratura contro la 'ndrangheta: nel 2007 operazioneArca, nel 2010 operazioneCosa Mia, nel 2011 operazioneScacco Matto.

Nel Settembre del 2014 è stato l'unico imprenditore ad accettare di abbattere la villa abusiva, costruita da un clan su area sottoposta a vincolo archeologico a Rosarno.

 

 

Nel web fra le tante parole mi impegno...

Il tentatore usa la Parola come pre-testo, Gesù la ripropone e risponde al male con la Parola di Dio. Mi impegno:

  • A trovare risposte nella Bibbia alle tante domande/tentazioni.
  • A non cercare di arrangiarmi da solo con la mia abilità espressiva, ma a mettere al centro la Parola di Dio.
  • A non essere io presuntuoso, ingenuo e bugiardo.
  • A saper riconoscere ciò che viene da Dio e ciò che allontana da Lui.

 

La vignetta di Gioba

gioba settimana 1

 

Un gesto che regge la Parola

In questo tempo di Quaresima tante sono le iniziative della Caritas e di varie associazioni che ci chiedono di donare qualcosa a chi ha bisogno. Ormai è sempre più raro che ci si priva di qualcosa, ma spesso quello che si dona fa parte del superfluo di cui possiamo e riusciamo a fare tranquillamente a meno, ecco dunque che per rendere più autentico il nostro donare, potremmo donare alle famiglie bisognose il Vangelo insieme al pane, o solo il Vangelo alle persone bisognose d’amore, per non cadere nella tentazione ricorrente di un mondo che approccia i problemi esclusivamente sotto un profilo materialistico.

 

 

Pregare la Parola

Credi di credere?

Rit. 2Adoro Te fonte della vita / Adoro Te Trinità infinita / i miei calzari leverò su questo santo suolo / alla presenza Tua mi prostrerò / mio Signor.

Dio, Signore Gesù, aiutami a rinunciare sempre al maligno,
ricordami che nel battesimo mi hai unto con l’olio dei catecumeni
per rendermi forte contro il male
e sempre mi sei vicino e anche nelle avversità sei solo Tu il mio Signore.

Dio, Signore Gesù, vieni a illuminarmi,
aiutami a riconoscere i Tuoi segni e la Tua Parola nella mia vita.
Rendimi forte e insegnami a resistere e non cedere al male,
e anche quando siamo tentati di fare tutto da soli,
facci sentire la Tua presenza, “non ci abbandonare alla tentazione e liberaci dal male”.

Fa’ che incontrando il Tuo Figlio Gesù nella Parola, nella liturgia, nella comunità cristiana e in ogni fratello, possa dire “Solo Tu sei il mio Dio”.

Rit. 2 - Adoro Te fonte della vita / Adoro Te Trinità infinita / i miei calzari leverò su questo santo suolo / alla presenza Tua mi prostrerò / mio Signor.

 

 

Libro consigliato

Il diavolo c’è. Come agisce, come batterlo di Francesco (Jorge Mario Bergoglio) a cura di Diego Manetti - San Paolo Edizioni, 2017 - 14,50 

Questo volume raccoglie tutti i testi in cui papa Francesco ha parlato del diavolo e della sua azione nel mondo, dal 1999 (quando era vescovo di Buenos Aires) a oggi. È un'antologia sorprendente, in cui non solo l'attuale Pontefice riflette sull'esistenza del demonio, ma soprattutto fa emergere la sua azione, la sua opera che tocca i vari spazi dell'esistenza quotidiana, sociale, politica: dietro il male del mondo, che colpisce poveri e meno poveri, emergono le ragioni che conducono Bergoglio ad affermare senza alcun dubbio quanto ha fatto scalpore sui media: il diavolo esiste! Affiancando ogni testo del Papa a un brano della tradizione cristiana, Diego Manetti cura un vademecum che offre una visione concreta dell'azione diabolica e del modo con cui il credente può comunque guardare alla salvezza, come è nello stile di papa Francesco.

Per saperne di più:

Papa Francesco spessissimo parla del diavolo, che talvolta chiama demonio o maligno. Lo faceva da prete e da cardinale. Lo ha fatto tre volte in pochi giorni dopo l’elezione a Papa, anche in uno dei suoi primissimi tweet, il 24 marzo 2013, quando ha ammonito a guardarci dal demonio che vuole convincerci che siamo incapaci di lottare contro il male, le ingiustizie, il peccato.

 

Brano da ascoltare

Al di là dell’amore di Brunori Sas
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“Questi parlano come mangiano e infatti mangiano molto male”.

Il brano fa parte di un disco che non rinuncia alla forza delle parole che tanto raccontano dell’anima introspettiva, diretta e sincera di Brunori Sas che ha voluto cantare “dell’Uomo e non degli uomini”.

Un brano importante che si interroga sull’eterna controversia fra ciò che si pensa sia bene e ciò che è invece considerato male, in cui l’artista esprime anche una costante tensione verso la spiritualità cercando di cantare una sorta di religiosità laica: quasi rincorrendo l’etica di chi non crede in Dio ma che si comporta come se ci fosse.

Nel videoclip che accompagna il brano in concomitanza di un’apertura sonora i due protagonisti si dissolvono bruciando, e l’artista si ritrova solo, circondato da macerie e rottami brucianti. Il regista Giacomo Triglia ci traghetta così in un’atmosfera desolata e una sensazione di pericolo pervade la scena, a voler sottolineare quanto l’ordinario nasconda spesso violenza e brutalità. Nel brano invece il finale, affidato alle parole “difendimi al di là dell’amore” diventa un invito a ripensare i rapporti che ci legano gli uni con gli altri in cui il tutto è più importante del singolo.

Per saperne di più:
Dario Brunori, in arte Brunori Sas è un cantautore calabrese e Cip è il titolo del suo ultimo album pubblicato a gennaio, registrato tra la Calabria e Milano, anticipato lo scorso settembre dall’uscita proprio del singolo Al di là dell’amore, che ha debuttato direttamente al primo posto della classificaFIMI//Gfk degli album e dei vinili più venduti della settimana, mantenendo il podio per 3 settimane. 

 

Corto da vedere

It’s In Your Hands è il corto realizzato nel 2018 da Jung von Matt/Next Alster per Huawei, durata 1’40”.

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L’azienda cinese di elettronica due anni fa per lanciare uno smartphone ha realizzato
uno splendido spot che, nell’era dei social network, ha fatto molto riflettere invitando ad utilizzare in maniera più responsabile la tecnologia che ormai abbiamo tra le mani in ogni momento della nostra giornata.

Una metafora di come il potere che la tecnologia conferisce nelle mani di tutti noipossa trasformare una scoperta meravigliosa in un incubo.

Sta infatti a ciascuno di noi farne buon uso, e vincere la tentazione della condivisione a tutti i costi, soprattutto quando anche un semplice click potrebbe danneggiare il prossimo oltre che se stessi, con conseguenze impensabili, irreversibiliea volte anche disastrose.

 

Per saperne di più:

Il video mostra un ragazzino che, passeggiando nel bosco, incontra uno strano animaletto bizzarro e sconosciuto ma tanto dolce. Il ragazzo prende il suo smartphone e fotografa il cucciolo, inviando poi la foto agli amici e condividendola sui social. In unflashforwardvede ilsuccesso, levisualizzazionie gli apprezzamenti a pioggia, fino a richiamare l’attenzione dei media, perché la sua foto fa il giro del web in pochissimi minuti, e l’animale, ribattezzato Gnu Gnu, in poco tempo diventa famoso, ma purtroppo anche un fenomeno da baraccone condannando ad una vita davvero triste. Catturato e rinchiuso in una gabbia, per la gioia di un pubblico pagante inconsapevolmente spietato. Il ragazzo quindi ritorna in sé edecide di rinunciare alla fama e alla visibilità, di lasciare libero il piccolo animaletto e di tornare alla sua tranquilla quotidianità, ma soprattutto comprende la bellezza di saper tenere per sé qualche emozione della vita.

L’animaletto, un mix tra ET di Steven Spielberg e Lilo & Stitch, riesce a mettere in secondo piano il prodotto pubblicizzato, lo smartphone, invitando ad unuso intelligente e responsabile della tecnologia.

 


1 Il commento proposto è di Mons. Francesco Lambiasi (attualmente Vescovo di Rimini) ed è tratto da Il pane della Domenica. Meditazioni sui vangeli festivi Ave, Roma 2007.

 

2 Il ritornello proposto nella preghiera è tratto dal brano Adoro te – Canti di lode e di adorazione del Rinnovamento nello Spirito: Parola d’Amore - Edizioni RnS.

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